MINARDI M02 Fondmetal (Ford-Cosworth)

   L'imprenditore bergamasco Gabriele Rumi, titolare della Fondmetal, é ormai in possesso del 70% delle azioni societarie del team Minardi, ma anche con la nuova proprietà la piccolissima scuderia di Faenza in Emilia-Romagna non riesce a fare il salto di qualità sperato per poter puntare quantomeno a combattere con le vetture di centro gruppo. Nonostante ciò la coppia Minardi-Rumi confermano in toto il gruppo di tecnici che hanno lavorato sulla M01 del '99 composto dal Direttore Tecnico Gustav Brunner, ingegnere austriaco con una lunga militanza in Formula 1, dall'Ingegnere Capo Gabriele Tredozi, in Minardi fino dal primo anno di Formula 1 del piccolo team Italiano, dal Capo Progettista George Ryton, ingegnere inglese con esperienza di progettazione di monoposto maturata sotto la guida di John Barnard, e dal Capo Aerodinamico Jean-Claude Migeot, al secondo anno con la scuderia faentina dopo aver lavorato con squadre molto rinomate quali Renault, Tyrrell e soprattutto Ferrari.

MINARDI M02, Marc Gene
Suzuka, GP del Giappone 2000

   Sotto la guida di Brunner prende così vita la nuova Minardi M02, una monoposto che si distacca completamente dalla precedente M01, cosa non scontata in un'annata dove quasi tutti i team hanno preferito sviluppare le monoposto del '99 piuttosto che impegnarsi in nuovi progetti. Gian Carlo Minardi, talent scout indiscusso di validi piloti, questa volta riscopre un genio incompreso del tecnigrafo che risponde al nome di Gustav Brunner, un ingegnere che ha già vissuto varie esperienze prima di mettere piede a Faenza ma che proprio in terra romagnola tira fuori quello che forse è il suo capolavoro, la M02. La nuova Minardi è indubbiamente una monoposto particolare e forse un po' strana, che però rappresenta la sintesi di tutta la creatività e dell’abilità dell’ingegnere austriaco, visto che introduce diverse innovazioni che saranno poi destinate a passare alla storia su altre monoposto. Il cambio in titanio per esempio, mai sperimentato da scuderie ben più blasonate e dotate di budget nettamente superiori, ma utilizzato per primo proprio sulla M02 di Brunner. Anche il sistema di attacco delle sospensioni viene profondamente revisionato e costruito in titanio, così come i portamozzi. Cambia anche il disegno delle sospensioni stesse, che adottano al posteriore lo schema usato dalla Ferrari per quelle anteriori nell’anno prima, e cambia sostanzialmente anche il telaio e l’abitacolo, assumendo una nuova posizione di guida più ribassata.

MINARDI M02, Marc Gene
Monza, GP d'Italia 2000

   Particolare poi il fondo piatto con due nuove appendici laterali, e il musetto più sottile e con la parte inferiore che riprende la forma di uno scafo nautico. Il cofano motore è molto più basso e filante, così come tutta la zona anteriore e le fiancate. La M02 è praticamente il trionfo dell’innovazione senza spendere capitali, visto che la piccola scuderia italiana, nonostante la boccata d'ossigeno del primo punto ottenuto nel '99 dopo oltre tre anni di digiuni, ancora una volta si trova ad affrontare la nuova stagione con un budget di appena 50 milioni di dollari, ossia quasi sette volte meno di un team di alto livello, e con pochi uomini a disposizione, un centinaio e non di più. Gli unici sponsor per la stagione 2000 sono infatti la spagnola Telefonica, sponsor personale del confermato pilota spagnolo Marc Genè, e il network televisivo sudamericano PSN, sponsor personale del pilota argentino Gaston Mazzacane ingaggiato come seconda guida. Il progetto della nuova M02 viene seguito e curato con amore e pazienza certosina dagli uomini di Brunner, che non hanno a disposizione grandi strutture ma un grande cuore e passione per le corse, come tutti gli uomini della terra di Romagna.

MINARDI M02, Gaston Mazzacane
A1 Ring, GP d'Austria 2000

   Minardi applica alla lettera il concetto del “chilometro zero”, ovvero concentrare in poche centinaia di chilometri tutto quello che può servire per realizzare questa vettura, come la galleria del vento della Fondmetal a Parma, le componenti in titanio realizzate dalla CRP di Modena, altre componenti costruite a Bergamo sempre nelle fonderie Fondmetal e l’elenco potrebbe continuare, a conferma della grande passione che Minardi da sempre mette in ogni sua avventura anche andando controcorrente in un mondo ormai globalizzato in cui le scuderie di alta classifica non badano a spese per ottenere componenti di qualità. Anche in questo Minardi fa scuola, tanto che la M02 sarà oggetto della curiosità di diversi tecnici anche di scuderie blasonate e le idee di Brunner verranno copiate, riprese e migliorate negli anni a venire. La bontà del progetto della monoposto viene purtroppo penalizzato dal propulsore che il team Minardi deve utilizzare nel 2000. Dopo aver utilizzato nel '99 il modesto Ford-Cosworth VJM, per la nuova stagione Rumi punta forte sul Supertec di derivazione Renault che però, una volta chiuso l'accordo con la Arrows, nega la fornitura alla scuderia faentina, obbligata ancora una volta a ripiegare sul vecchio e desueto Ford-Cosworth del '98 già utilizzati nella stagione precedente. Il propulsore viene rinominato Fondmetal ma, oltre al maggiore peso di circa 30 kg e al bisogno di un impianto di raffreddamento più voluminoso che pregiudica i flussi interni alle fiancate, lo svantaggio in termini di potenza rispetto ai Supertec, già lontani dai migliori motori del lotto, è di circa 80 cv, sufficienti per non permettere alla M02 di avere prestazioni all'altezza delle altre monoposto.

MINARDI M02, Marc Gene
Montecarlo, GP di Monaco 2000

   Nonostante a fine stagione la scuderia Minardi si ritrova per l'ennesima volta con uno zero in Classifica Costruttori, la M02 si rivela una buona macchina, capace di tagliare il traguardo per ben 22 volte, anche se fortemente penalizzata dal motore pesante e poco potente. A metà stagione però Rumi decide di lasciare nel 2001 e intavola una trattativa con la PSN per cedere le proprie quote azionarie, promettendo nuovamente di poter ottenere i motori Mecachrome per la stagione successiva. La decisione di Renault di rientrare nella massima serie come costruttore porta però al fallimento della trattativa e PSN decide di ritirarsi dall'offerta per seguire il proprio pilota in procinto di passare alla scuderia francese Prost Grand Prix. Gian Carlo Minardi si ritrova così ancora una volta solo e con una situazione finanziaria più che mai critica per la sopravvivenza della sua piccola scuderia.





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