Finalmente il 2001, è quello che Eddie Jordan probabilmente pensa prima dell'inizio della seconda stagione del nuovo millennio. Infatti proprio dal 2001 il team nordirlandese torna a beneficiare della fornitura ufficiale di uno dei maggiori motoristi che negli ultimi anni hanno caratterizzato la Formula 1, la Honda. Abbandonata infatti la lunga partnership con la Mugen-Honda, comunque consociata con la casa madre giapponese, il team Jordan Grand Prix dal 2001 monta il nuovo Honda RA001E, un V10 a 82° in grado di sviluppare 800 cv a 17.000 giri/min. Il motore nipponico non è però un'esclusiva del team Jordan ma viene condiviso con il team BAR, mossa forse cercata appositamente dal motorista del sol levante per mettere in concorrenza due dei team, sulla carta, più quotati con l'intento di ricevere dei feedback per uno sviluppo più rapido del proprio V10.
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JORDAN EJ11, Heinz-Harald Frentzen Catalunya-Barcelona, GP di Spagna 2001 |
Dopo le delusioni del 2000 con la EJ10 il team si aspetta molto dalla nuova Jordan EJ11, monoposto deputata a riportare la squadra ai vertici per lottare con le più quotate Ferrari e McLaren-Mercedes come successo nel 1999. La nuova vettura differisce sensibilmente dalla precedente EJ10, nonostante il progetto sia stato varato sotto la supervisione di Mike Gascoyne prima del suo trasferimento alla Benetton-Renault. Il ruolo di Direttore Tecnico infatti nel 2001 viene ricoperto da Eghbal Hamidy, ingegnere Iraniano laureato all'Imperial College di Londra e con un passato vincente in Formula 1 alla Williams dove ha conquistato quattro titoli costruttori lavorando al fianco di Adrian Newey. Mantiene il ruolo di Ingegnere Direttore Tim Holloway mentre Mark Smith è il Capo Progettista, anche se a metà stagione lascerà il team per trasferirsi anch'egli alla Benetton-Renault, come già fatto da Gascoyne. Bob Bell, dopo gli anni passati in McLaren, per il quarto anno consecutivo lavora nel team di Jordan come Direttore delle Tecnologie. Il sempre più importante settore aerodinamico è ancora diretto da John Iley e proprio grazie alle sue cure la nuova EJ11 cambia radicalmente le forme rispetto al recente passato.
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JORDAN EJ11, Jarno Trulli Melbourne, GP d'Australia 2001 |
Il musetto viene sensibilmente rialzato fino a diventare quasi parallelo al suolo nella parte superiore, per favorire al meglio il passaggio dei flussi sotto la zona anteriore del telaio e cercare così maggiore efficienza, mentre l'ala anteriore è sostenuta da due piloni molto inclinati, a formare una V rovesciata. Le fiancate hanno una forma morbida con le bocche per il raffreddamento dei radiatori molto più piccole rispetto alla precedente EJ10. La presa d'aria per il motore ha ancora la forma triangolare mentre il cofano motore è più rastremato e con una linea rettilinea. A partire dai lati dell'abitacolo la nuova EJ11 è poi tutto un fiorire di alette e pinne destinate a deviare i flussi aerodinamici verso la zona posteriore dell'auto, zona in cui ci sono gli ormai immancabili scarichi rivolti verso l'alto. In occasione del Gran Premio di Montecarlo, per cercare di aumentare la deportanza, Iley decide di applicare anche un’appendice posta nell’area anteriore dell’abitacolo, una sorta di piccolo alettone sorretto da un pilone verticale che ricorda il vistoso specchietto centrale della Eifelland degli anni ’70, soluzione che ovviamente i commissari vietano dopo le prove del giovedì in quanto giudicata pericolosa. Oltre al già citato motore Honda “ufficiale” da questa stagione le vetture di Eddie Jordan beneficiano anche di un nuovo cambio, finalmente a sette marce al posto del vecchio sei rapporti utilizzato fino alla fine del 2000.
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JORDAN EJ11, Jarno Trulli Magny-Cours, GP di Francia 2001 |
I test prestagionali portano euforia in casa Jordan con le due EJ11 che ottengono con facilità tempi di tutto rispetto permettendo ai due piloti ufficiali e confermati dalla passata stagione, il tedesco Heinz-Harald Frentzen e l'italiano Jarno Trulli, di fare costantemente ottimi tempi. Prima dell'inizio della stagione il pilota tedesco è talmente fiducioso da arrivare a dichiarare di essere certo di poter puntare al titolo. In effetti nelle prime gare stagionali la EJ11 si comporta bene permettendo ai due piloti di ottenere ottimi risultati in qualifica e lottare costantemente per le prime posizioni, anche se i risultati finali non vanno oltre ad 1 quinto e 1 quarto posto per Frentzen nelle prime due gare, seguiti da 2 quinti e 1 quarto da parte di Trulli nelle tre gare successive. Dal Gran Premio d'Austria, sesta prova stagionale, in poi le cose peggiorano sensibilmente e una serie di continui ritiri, dovuti principalmente all'elettronica della monoposto, portano alla rottura del rapporto tra il team britannico e Heinz-Harald Frentzen che dal Gran Premio di Germania viene sostituito dal brasiliano Ricardo Zonta e dalla gara successiva, e fino alla fine della stagione, dal veterano Jean Alesi. Nell'ultima parte del campionato la vettura ritrova un minimo di competitività e ottiene ancora 1 quarto posto con Trulli a Indianapolis e 1 sesto in Belgio con Alesi, che ottiene così l'ultimo punto iridato della sua lunga carriera.
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JORDAN EJ11, Jean Alesi Suzuka, GP del Giappone 2001 |
Per quanto riguarda la livrea della monoposto, non ci sono grandi cambiamenti rispetto al 2000 anche se dopo i funesti eventi dell'11 settembre 2001 le due EJ11 corrono le gare di Monza e Indianapolis con una bandiera americana sul cofano motore, oltre che la scritta “200” sulle fiancate per la macchina di Jean Alesi che proprio in occasione della gara americana raggiunge la soglia dei 200 Gran Premi disputati. Per ironia della sorte proprio il pilota francese è protagonista di un terribile incidente nella gara successiva, l'ultima della sua lunga carriera in Formula 1, quando al nono giro nella zona della curva Dunlop del circuito di Suzuka, il transalpino tampona violentemente la Sauber di Raikkonen giratosi davanti a lui a causa della rottura della sospensione posteriore sinistra. Alesi non riesce ad evitare la monoposto del finlandese e la colpisce nella zona posteriore spingendola rovinosamente nella via di fuga fra un mare di detriti sparsi sul tracciato. Fortunatamente i due piloti ne escono illesi, anche se Alesi avrebbe indubbiamente preferito finire in ben atro modo la sua carriera nella massima serie. A fine stagione comunque il team Jordan conquista 19 punti, solo 2 in più dell'anno precedente, ottenendo il quinto posto in Classifica Costruttori, indubbiamente molto al di sotto di quanto programmato prima dell'inizio della stagione.
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