JAGUAR R4 Cosworth CR-5

   Continua nel 2003 la breve storia, soprattutto priva di risultati di rilievo, del team Jaguar in Formula 1. La conclusione della stagione 2002 ha avuto contraccolpi non indifferenti nella scuderia inglese, con la dirigenza Ford che licenzia oltre 60 dipendenti e che decide di togliere a Lauda il ruolo di Team Principal, sebbene gli venga chiesto di rimanere con un semplice ruolo consultivo con risposta negativa da parte dell'ex campione austriaco. Contemporaneamente, la Ford cerca di stabilizzare la squadra ricostruendo l'assetto dirigenziale del team.

JAGUAR R4, Mark Webber
Imola, GP di San Marino 2003

   Dopo i fallimenti sotto la direzione del CEO Ford fino al 2001, Jacques Nasser, che aveva incaricato prima Bobby Rahal e poi Niki Lauda a dirigere il team Jaguar, compito poi affidato a Guenther Steiner nel 2002, per il 2003 viene affidato il ruolo di Team Principal a Tony Purnell. L'ingegnere inglese Purnell è una figura nuova in Formula 1 anche se l'azienda da lui fondata negli anni '90, la PI Research, è stata acquisita dalla Ford Motor Company nel '99 e sotto la direzione dello stesso Purnell è entrata a fare parte della Premiere Performance Division della stessa Ford e di conseguenza del team Jaguar. Anche per il ruolo di Direttore Tecnico viene presa una figura nuova, l'ingegnere inglese David Pitchforth, con l'unica esperienza nel mondo dei motori vissuta con la Reynard Motorsports tra il '97 e il 2002 negli Stati Uniti. L'ennesima figura nuova per la scuderia inglese è Rob Taylor che, dopo aver ricoperto l'incarico di Capo Progettista in Arrows nel 2001, viene incaricato del medesimo ruolo anche nel team Jaguar per progettare la nuova R4 del 2003. Cambia anche il Responsabile dell'aerodinamica con l'arrivo di Ben Agathangelou, ingegnere anglo-cipriota con esperienza in McLaren, Tyrrell e Benetton, oltre che aver contribuito a progettare la vettura di prova Honda RA099 al fianco del compianto Harvey Postlethwaite, mentre Mark Gillan mantiene il suo ruolo di responsabile delle prestazioni della monoposto.

JAGUAR R4, Antonio Pizzonia
Melbourne, GP d'Australia 2003 

   La nuova Jaguar R4 nasce così come una vettura quasi completamente nuova, figlia di un design molto convenzionale, frutto di studi fatti nella nuova galleria del vento realizzata vicino alla sede del team a Milton Keynes, e con l'esperienza fatta in gara nelle tre stagioni precedenti. Gli aspetti sui quali gli ingegneri concentrano i loro sforzi sono principalmente il telaio, più leggero e robusto, l'aerodinamica e soprattutto l'affidabilità dei vari componenti, troppo spesso causa dei problemi avuti durante tutta la stagione precedente. Anche il motore Cosworth viene completamente rinnovato, con un nuovo angolo tra le bancate di 90° al posto dei precedenti 72°, che permette un importante abbassamento del baricentro. Questo permette ai progettisti di perfezionare le dimensioni del retrotreno e di rivedere la distribuzione dei pesi, cercando così di migliorare le prestazioni della monoposto per sfruttare al meglio gli pneumatici Michelin cha anche nel 2003 vestono la scuderia inglese. Tornando V10 Cosworth CR-5, il nuovo propulsore britannico ha un nuovo monoblocco molto più leggero del precedente CR-4, oltre che sfruttare un nuovo sistema di iniezione in grado di garantire un'erogazione più fluida della potenza, che arriva ora fino ai 900 cv a 19.000 giri/min.

JAGUAR R4, Mark Webber
Interlagos, GP del Brasile 2003

   L'aspetto estetico della nuova R4 rimane quasi identico alla monoposto del 2002, con un musetto leggermente più basso e pance laterali più morbide che terminano con le immancabili alette posizionate davanti alle ruote posteriori. Gli scarichi del nuovo V10 diventano, come ormai consuetudine, orizzontali e soffiano verso l'alettone posteriore. Sotto la pelle, oltre al nuovo diffusore con forme nuove consentite del nuovo angolo delle bancate, ci sono anche nuove sospensioni in configurazione push-rod sia all'anteriore che al posteriore realizzate proprio per garantire un migliore sfruttamento delle coperture Michelin. La livrea della R4 è sempre con il classico verde inglese, mentre le fiancate e gli alettoni sono bianchi e sui quali risalta il nome del gruppo bancario britannico HSBC. Nonostante che nelle intenzioni del team venga data priorità ai test prestagionali, questi sono continuamente rallentati dai problemi di affidabilità che hanno colpito anche la nuova monoposto, non consentendo di coprire tutti i chilometri necessari al completo sviluppo della R4. Prima dell'inizio della stagione la nuova R4 viene presentata al pubblico per la prima volta via internet, in onore alle nuove tecnologie e ad un mezzo, il web, che ricopre sempre maggiore importanza nella vita quotidiana nei primi anni 2000.

JAGUAR R4, Antonio Pizzonia
Montrèal, GP del Canada 2003 

   Dopo il ritiro dalle competizioni del pilota nordirlandese Eddie Irvine e la rottura del contratto con lo spagnolo Pedro de la Rosa, in Jaguar arrivano il promettente pilota australiano Mark Webber e il giovane e debuttante pilota brasiliano Antonio Pizzonia. Le prestazioni della R4 rimangono comunque molto scarse e nelle prime quattro gare stagionali non si intravede assolutamente la via d'uscita dalle zone della bassa classifica nelle quali naviga il team di Milton Keynes. Solo grazie al talento di Webber dal Gran Premio di Spagna la R4 trova una continuità di risultati ottenendo punti in cinque gare su sei. Pizzonia invece non trova mai il feeling di guida con una Formula 1 e la sua prima stagione è costellata di pessime prestazioni e ritiri. Fin dal Gran Premio di Spagna si sparge la voce di un possibile cambio di sedile con l'austriaco Alexander Wurz, terzo pilota McLaren e prezioso collaudatore per la scuderia di Woking, che però rifiuta lo scambio. L'avventura di Pizzonia continua così fino al Gran Premio di Gran Bretagna, per essere poi sostituito dal britannico Justin Wilson, anch'egli al debutto in Formula 1. Anche il pilota inglese non ottiene risultati di rilievo nelle ultime cinque gare stagionali, se non l'ottavo posto ad Indianapolis, mentre Webber conquista ancora due piazzamenti a punti, in Ungheria e in Italia. Solo grazie alle doti di Webber la Jaguar può salvarsi da una stagione altrimenti fallimentare, conclusa con 18 punti e con il settimo posto in Classifica Costruttori. Nonostante tutto, il 2003 rimarrà la migliore delle cinque stagioni fatte dalla Jaguar Racing in Formula 1. 





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