La deludente stagione 2002 getta ombre oscure sul futuro di una delle scuderia britanniche più amate degli anni '90, la Jordan Grand Prix. Al già previsto addio della partnership con la Honda, con la casa nipponica che aveva già scelto di seguire come unica scuderia la British American Racing ancora prima della conclusione della stagione 2002, si aggiunge la perdita di uno dei due sponsor principali del team. La DHL, corriere di proprietà della Deutsche Post, visti i deludenti risultati preferisce infatti non rinnovare l'oneroso impegno di sponsorizzare una scuderia di Formula 1, lasciando il team britannico con sede a Silverstone nel Northamptonshire, in Inghilterra, proprio a ridosso del famoso circuito inglese, con la livrea completamente gialla e praticamente priva di sponsor. Il solo nome Benson & Hedges, marchio di sigarette prodotte in Irlanda del Nord dall'inglese Gallaher Group, rimane sulle fiancate delle monoposto Jordan, anche se l'apporto finanziario del tabaccaio inglese si riduce ulteriormente dopo il già drastico taglio fatto nella stagione precedente.
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JORDAN EJ13, Giancarlo Fisichella Silverstone, GP di Gran Bretagna 2003 |
Eddie Jordan, nel decennio abbondante di Formula 1, ha sempre avuto la nomea di essere un ottimo talent-scout e nel suo team ha sempre annoverato una schiera di tecnici di spessore, spesso approdati poi in squadre ben più rinomate ottenendo non pochi successi. Purtroppo per il manager irlandese dopo che negli ultimi anni se ne sono andati ingegneri del calibro di Mike Gascoyne, Eghbal Hamidy, Tim Holloway, Mark Smith, Bob Bell e John Iley, il suo team si ritrova con un organico composto dai soli Gary Anderson, come Direttore Tecnico, e John McQuilliam, come Capo Progettista, già in squadra nel 2002. Con un budget sensibilmente inferiore ai 70 milioni di dollari, Jordan deve assolutamente tagliare l'organico, rinunciando a molti tecnici, anche se viene aggregato alla squadra il francese Henri Durand, che dopo aver lavorato a fianco di John Barnard ai tempi della Ferrari e con Neil Oatley in McLaren ha passato gli ultimi anni alla Prost Grand Prix fino alla chiusura del team. In Jordan il tecnico francese ricopre il ruolo di direttore dello sviluppo e del design della vettura, mentre a capo del settore aerodinamico viene messo Nicolò Petrucci, ingegnere italiano laureato presso l'Università di Tecnologia Politecnico di Milano, con la specializzazione in aerodinamica e grazie alla quale ha lavorato prima in Ferrari come addetto alla galleria del vento per poi passare in Arrows e dal 2003 in Jordan.
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JORDAN EJ13, Ralph Firman Montecarlo, GP di Monaco 2003 |
Purtroppo per i tecnici Jordan, senza fondi a disposizione non si può andare lontano e la nuova EJ13 è una semplice rivisitazione della poco competitiva EJ12 dell'anno prima. Le poche novità estetiche si notano principalmente all'anteriore dove l'ala, sempre sostenuta da due piloncini inclinati a formare una V rovesciata, non è più composta da tre segmenti rettilinei ma ha una forma più morbida, a cucchiaio. Anche il musetto non è più spiovente come prima ma ha una forma più morbida, le fiancate sono leggermente più arretrate e ripresentano le ciminiere inclinate per lo sfogo dell'aria calda. Davanti alle ruote posteriori ci sono le ormai immancabili alette per deviare i flussi oltre che un paio di piccole ali supplementari. Sotto al cofano c'è invece la vera novità della nuova monoposto, il motore Ford RS1. Non avendo trovato un fornitore in esclusiva per le sue vetture, Eddie Jordan decide di rivolgersi direttamente alla Ford. Dopo la fallimentare esperienza della casa americana con la controllata Jaguar, culminata con la decisione di William Clay Ford Jr. di tagliare drasticamente i fondi alla scuderia inglese rinominando i V10 con il solo nome Cosworth, Jordan pensa di ottenere una partnership esclusiva con la casa americana. Sul cofano della EJ13 compare così il classico ovale della Ford, cosa che non accadeva dal 1999 sulle allora Stewart Grand Prix, anche se la Ford si limita a fornire alla Jordan i vecchi V10 Cosworth CR-4 non aggiornati ma semplicemente rinominati Ford RS1. Il V10 anglo-americano è comunque in grado di erogare 810 cv a 17.500 giri/min ma le specifiche e l'elettronica sono ormai datate e non in grado di reggere la concorrenza. Proprio il motore, abbinato ad un altrettanto scadente cambio Jordan a sette rapporti, sono la causa di ben 12 ritiri nel corso della stagione.
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JORDAN EJ13, Ralph Firman Indianapolis, GP degli Stati Uniti 2003 |
Sul fronte piloti viene confermato l'italiano Giancarlo Fisichella, mentre il giapponese Takuma Satō, perso l'appoggio della Honda, viene appiedato e al suo posto arriva l'emergente pilota irlandese Ralph Firman. Prosegue la ricerca di giovani talenti da parte di Eddie Jordan che come terza guida ingaggia il giovanissimo svedese Bjorn Wirdheim, rookie dell'anno nel 2002 nel Campionato Internazionale di F3000 e campione nel 2003 battendo il record di punti che apparteneva a Montoya. Per risparmiare sui costi vengono percorsi pochissimi chilometri nei test prestagionali, e con una vettura poco prestazionale anche sul giro secco, oltre che poco affidabile e con un motore inadeguato, comincia la stagione 2003 per il team Jordan. Dopo le prove incolori in Australia e Malesia, in Brasile arriva una prestazione del tutto inaspettata. In una gara resa folle dal mutevole clima che si riversa sul circuito di Interlagos, Fisichella ottiene un'incredibile vittoria, la prima della sua carriera nonché la quarta e ultima per la Jordan Grand Prix. La gara brasiliana viene interrotta anzitempo per un grave incidente sul rettilineo di partenza e inizialmente la vittoria assegnata a Räikkönen, premiato sul podio con la coppa del vincitore. Solo successivamente viene riconosciuto l'errore da parte del direttore di gara e nel successivo Gran Premio di San Marino, sul circuito di Imola, Fisichella e Räikkönen si scambiano i trofei con una cerimonia in pista prima dell'inizio del weekend.
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JORDAN EJ13, Giancarlo Fisichella Suzuka, GP del Giappone 2003 |
Ovviamente la vittoria in Brasile rimane un fuoco di paglia in una stagione completamente da dimenticare. Se non fosse per il nuovo regolamento sportivo che dal 2003 assegna punti ai primi otto classificati, quella in Brasile sarebbe l'unico arrivo in zona punti. Gli unici piazzamenti di rilievo saranno infatti solo il settimo di Fisichella negli Stati Uniti e l'ottavo posto di Firman in Spagna. Il pilota irlandese subisce anche un grave incidente durante le prove del Gran Premio d'Ungheria, rimanendo fuori dai giochi per due gare e sostituito dall'ungherese Zsolt Baumgartner, primo pilota magiaro a correre in Formula 1. La deludente stagione 2003 si chiude per il team irlandese con solo 13 punti e il nono posto in classifica costruttori, davanti solo alla Minardi desolatamente ultima con zero punti.
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