RED BULL RB1 Cosworth

   Il viaggio della Red Bull in Formula 1 è iniziato con l'acquisto del team Jaguar Racing, in difficoltà, alla fine del 2004. Invece di mantenere le cose com'erano, hanno trasformato completamente il team, apportando nuove energie, una nuova identità del marchio e una chiara ambizione di successo. Il nuovo team mantiene le strutture e la base della Jaguar, a Milton Keynes nel Buckinghamshire in Inghilterra, ma cambia la dirigenza con una figura chiave che guiderà la squadra per un ventennio: Christian Horner. Il giovanissimo dirigente britannico (32 anni all'epoca), dopo aver avuto un discreto passato da pilota, all'età di 25 anni appende il casco al chiodo preferendo rivolgere i suoi sforzi alla carriera dirigenziale. Nel 1997 crea la Arden International, squadra di F3000, dove lo stesso Horner corre per una stagione. Nel 1998 conosce Helmut Marko, in seguito suo stretto collaboratore in Red Bull, prima di vendere a fine stagione la sua scuderia alla Prodrive di Dave Richards. Un anno dopo Horner ritorna in possesso del team, riacquistando le quote da Richards, e nei successivi tre anni vince sia il titolo costruttori che il titolo piloti, prima con il ceco Tomáš Enge, poi con lo svedese Björn Wirdheim e per finire con l'italiano Vitantonio Liuzzi, che ha come manager proprio Helmut Marko. A questo punto Horner tenta il salto in Formula 1, cercando un accordo per l'acquisto del team di Eddie Jordan. Il rifiuto da parte del manager irlandese lascia sul mercato Horner che viene prontamente ingaggiato dalla neonata Red Bull Racing, con il ruolo di Team Principal, solo otto settimane prima dell'inizio della stagione 2005.

RED BULL RB1, David Coulthard
Imola, GP di San Marino 2005 

   La prima monoposto del neonato team Red Bull Racing è la RB1 ed è praticamente la monoposto progettata dalla Jaguar Racing per la stagione 2005. La RB1 viene presentata ufficialmente al Circuito di Jerez, in Spagna, il 7 febbraio. Non è ovviamente un’auto completamente nuova, in quanto è fortemente basata sul modello Jaguar R5 del 2004. Tuttavia, l'influenza della Red Bull è già visibile, sia nel design della vettura sia nell'atteggiamento del team. Il nuovo Technical Director del team è il britannico Mark Smith, in arrivo dalla Renault dove ricopriva il ruolo di Chief Designer. Un altro nuovo arrivo è il britannico Andrew Green, in arrivo dalla BAR, che in Red Bull Racing ricopre il ruolo di Head of R&D-Testing and Vehicle Dynamics, mentre vengono confermati dallo staff Jaguar Bob Taylor (Chief Designer), Ian Pocock (Engineering Director) e il greco Ben Agathangelou per il sempre più importante ruolo di Head of Aerodynamics.

RED BULL RB1, David Coulthard
Melbourne, GP d'Australia 2005

   La RB1 è piuttosto tradizionale e conservatrice, distaccandosi solo in parte dalla sua antenata Jaguar, anche se presenta alcuni elementi caratterizzanti. Il muso è particolarmente sollevato da terra, con l'ala anteriore che ha una caratteristica forma a cucchiaio, piuttosto sinuosa e molto simile a quella della Renault. Le paratie laterali, analogamente al sistema di deflettori posti dietro le ruote anteriori, seguono il layout della vecchia vettura e si ispirano a quelle della vincente Ferrari del 2004, soprattutto nel dettaglio dei deviatori di flusso, che assumono la caratteristica forma a dente di squalo nella parte inferiore. La bocca delle fiancate è molto simile alla vecchia Jaguar, mentre la parte posteriore appare molto diversa, abbandonando il curioso sistema di sfiato della R5 in favore di un design più tradizionale con lunghe pinne, camini e carenature di scarico. Il telaio si distingue per l'altezza da terra accentuata, che presuppone la ricerca del massimo carico aerodinamico, il cofano è stato leggermente modificato poiché, pur mantenendo la presa d'aria squadrata ereditata dalla R5, nella zona del roll-bar è stato aggiunto un piccolo profilo. La livrea della RB1, ovviamente, riprende i classici colori del bibitaro austriaco, con il blu a farla da padrone, il giallo per musetto e cofano motore, dove vengono riportati i due tori rossi caratteristici del marchio Red Bull, e le strisce grigio/rosso/azzurre per tutta la lunghezza della monoposto. Sulle fiancate poi troneggia la scritta Red Bull in rosso. Molto particolare la livrea utilizzata a Montecarlo, pensata per promuovere il film Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith, quando anche tutta la squadra ai box si è travestita da Soldati delle Truppe Imperiali.

RED BULL RB1, David Coulthard
Montecarlo, GP di Monaco 2005 

   Il motore della vettura è il Cosworth TJ2005, un V10 da 2998 cc ereditato dalla Jaguar (team ufficiale Ford), capace di erogare fino a 915 cv a 19.000 giri/min, abbinato ad un cambio sequenziale longitudinale semiautomatico di costruzione Red Bull. Per la prima stagione, la Red Bull si affida all'esperto pilota britannico David Coulthard, con ottimi trascorsi in Williams e McLaren, e lo affianca a due giovani talenti, l'austriao Christian Klien e l'italiano Vitantonio Liuzzi (entrambi sotto le ali di Helmut Marko) che si alternano alla guida della seconda vettura. I piloti di riserva sono l'americano Scott Speed e lo svizzero Neel Jani. Alla prima gara del campionato, in Australia sul circuito cittadino di Melbourne, il team sorprende tutti: in prova Coulthard è quinto e Klien sesto, mentre sotto la bandiera a scacchi il britannico arriva quarto e l'austriaco settimo, conquistando punti al suo debutto in Formula 1. È un risultato sorprendente anche per il team, dopo le deludenti prestazioni delle Jaguar nel 2004, ed è indubbiamente il modo perfetto per annunciarsi al mondo della Formula 1.

RED BULL RB1, Christian Klien
Istanbul, GP di Turchia 2005 

   Per tutta la stagione 2005, la Red Bull si conferma come una solida squadra di centro gruppo, conquistando regolarmente punti e finendo davanti a nomi più affermati come Sauber e Toyota. Alla fine dell'anno, si assicura il settimo posto nel Campionato Costruttori con 34 punti, il che non è affatto male per un team al debutto. Il 2005 getta le basi per il successo futuro della Red Bull. Christian Horner si dimostra fin da subito l'uomo giusto per questo lavoro, e la decisione di assumere il leggendario progettista britannico Adrian Newey nel corso dello stesso anno cambierà le carte in tavola. Dopo di che, non ci vorrà molto prima che la Red Bull inizi a scalare le classifiche per arrivare, dopo solo cinque anni, a vincere il suo primo campionato con Sebastian Vettel nel 2010. Dal 2006 la Red Bull porta in campo la nuova RB2 ma i vecchi telai non vengono dismessi, utilizzati dalla Toro Rosso (team satellite) per la sua STR1 del 2006.

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